domenica 30 settembre 2012


ANCORA IL MIO MARE!
Leggendo trà i blog amici apprendo una notizia che mi ha portata indietro di anni…Nel meraviglioso fondale del mio mare, quello che ho sempre avuto a solo pochissimi metri da casa ed ogni mattina  sbadigliando salutavo il mio giorno correndo alla finestra con gli occhi ancora addormentati e mi concedevo una riflessione frugugliandomi con l’indice l’interno delle mie narici …una aggiustatina alla ..tandina e una grattatine alla testolina  e via … per notare l’increspatura sull’acqua e magari le onde spumeggianti o anche  qualche imbarcazione mattutina  che lasciavano la scia o un sub in immersione che emetteva le bollicine…L’odore di quel mare mi entrava nelle narici ormai “libere” con tutto il suo profumo E’ sempre stata la prima cosa che ho fatto al mattino indipendentemente se fosse stato inverno o estate, io correvo e scrutavo il mare….Gracilina, bionda con due occhi cervoni come li definiva mio padre per il non definito colore verde…..Quante volte ho pescato nel mio mare e dal momento che per molti era usata a discarica, ho trovato nel mio fondale, scarponi, mattoni, lenze, giocattoli, vecchi mobili, vecchie ferraglie e tanto ancora ma di frutti marini ben pochi perché i sub perlustravano e arraffavano di tutto. Oh! Non si perdevano nullaaaa!!!!.  Bambina ancora , mi rosolavo al sole sugli scogli osservando i pescatori che dopo aver raccolto con difficoltà i macigni porosi dal fondo, li martellavano fino a frantumarli e riuscivano a prendere i grossi datteri o volgarmente cannolicchi..Quando i pescatori andavano via lasciando l’indecenza delle loro rotture, felicemente noi bimbi perlustravamo i frantumi restanti e ne prendevamo i frutti che erano spesso tanti …Saporitissimiiiiiiiiii  Le pietre erano taglienti.e ci causavano piccole lesioni e il sangue che ne fuoriusciva non ci allarmava tanto eravamo abituati e presto in mare per lavare la ferita ed il sangue si dileguava a macchia sfumata poi si arrestava e si continuava la “pesca” e a magnà .Quante nuotate in quel mare, perfino nelle notti afose si andava  per mangiare in santa pace un pezzo di focaccia fatta in casa e fare il bagno ..a riva…, la notte incuteva timore il largo. Perlustrare il fondale è stata la cosa più bella in assoluto che io abbia fatto.  Cosa mai dire di quel “paradiso” che spesso dopo la pioggia fletteva anche l’arcobaleno fino ad arrivare sul fondo con i suoi colori. Chiudo gli occhi per un istante e mi avventuro in quel ricordo. Son giù in apnea, ma non desisto perché ho aria nei polmoni e un insieme di pesciolini mi guizzano vicino sfiorandomi il sederino e poi incuriosita  li inseguo con lo sguardo fino a che si dileguano dietro una alta barriera di alghe…Ci sono i ricci sul fondale e poi un polipetto che sembra dir, me la squaglio via con i tentacoli che scivolano in fretta da uno scoglio all’altro. Quanti ricordi si affollano nella mente e mi par di risentire quell’odore e il pizzicore della salsedine nelle narici e del bruciore agli occhi…però che nuotate altro che pesciolino son stata…. Uno squaletto! .Giù un sipario e si alza un altro ricordo. Faccio il pieno di aria nei polmoni e scendo giù in quel fondale per essere sola con me stessa e le bianche pietre catturano la mia attenzione ..su di esse camminano i piccoli cozzoli comunemente chiamati in gergo “cozzolini” , sollevo le pietre fino a emergere fuori dall’acqua con l’intendo di raccoglierne, ma quelli furbetti all’uscita dall’acqua si lasciano andare scivolando nell’acqua per correre ai ripari sotto un'altra bianca pietra. Con il passare del tempo mi  feci una cultura e quindi conobbi le loro abitudini e cercavo di pescarli in  orari a loro sicuri e DIO! Quanti ne raccoglievo verso sera e poi a casa li bollivo e con l’aiuto dell’ago ne uscivo il frutto per gustarne il sapore sotto il palato…Erano buonissimi conditi con olio e limone e ne mangiavo a cucchiaiate dopo ore di lavoro per sgusciarli .Il fondale, credimi caro diarioamico è abitatissimo verso sera oppure all’alba Tutti i frutti si sentono sicuri e salgono in bellavista. Ed è allora che sono pescabili facilmente. Trà i ricordi mi immergo nuovamente per raccogliere le cosìdette lampade o comunemente dette padelline che non ho mai visto sul mercato, ma ne ho mangiate tantissime. Sono come delle …delle…mbè! Son cozzoli schiacciatissimi e a ventosa sono appiccicate sugli scogli. Con un piccolo coltellino o una pietra appuntita, riuscivo a staccarla dallo scoglio e presto in bocca ,,dopo averle tolto le interiora …Ricordo il buio sugli scogli e nel mare i riflessi delle luci provenienti dalle strade. Era bellissimo in quel buio ascoltare le acque del mare che sembravano frusciare quando si infrangevano dolcemente a riva mentre sugli scogli una fantasia di luccichii fluorescenti di minuti cozzoli grossi al massimo un millimetro e non ho mai più rivisti e nemmeno saputo il perché di tale fluorescenza, ma attiravano le tante lucciole che ci volteggiavano tutt’intorno …Con le manine ho cercato invano di afferrarle, Piccole, ma furbettamente veloci. Raccoglievo a pugnetti quei piccolissimi cozzoli, ma una volta nel palmo della mano, perdevano la fluorescenza…era uno spettacolo bellissimo scrutare le stelle nel  cielo ed il mare …..nella notte mentre il vociare degli adulti mi “cullava” come una ninna nanna..e quante notti trascorse sul mare in balia del sonno e la mamma o qualche adulto mi riportava a casa ormai addormentata….Con i ricordi son su di uno scoglio attrezzata di pinne, coltellino e mascherina con tubo per respirare…mi immergo lentamente cercando di spruzzarmi inizialmente il corpo e poi tuffarmi per non sentire troppo la differenza dell’impatto con l’acqua,

Mi immergo lentamente, un bel respiro e son subito di testa in giù che osservo quell’acqua che ondeggia davanti a me poi la vista di un cozzolo gigante, mi eccita e via un respiro più profondo e con le pinne mi spingo giù per metri fino ad afferrare quella meraviglia che una volta fuori dall’acqua non mi è sembrato più poi tanto grande…va bè si sa che l’acqua fa da lente d’ingrandimento…però fà anche da scoprimento in quando un ragazzetto, per mostrarsi dotato proprio lì, ebbe la felice idea di bombarsi di carta incurante che a mollo la carta avrebbe fatto un altro effetto per cui sott’acqua si vedevano le carte scivolare via dai mutandoni per disperdersi …Poverino uscì rosso, ma non molti si accorsero che era peperone di vergogna perché ne usciva …sgonfio proprio lì…Io intanto sott’acqua cercavo di scansare quelle carte che erano state strette lì e brrrr che schifezza sciò! Sciò!. Chissà perchè succedeva un fuggi -fuggi sulla spiaggia quando incominciava a piovere …Eppure si stava più freschi  e soprattutto era divertente vedere la gente uscire dal mare bagnata per correre al riparo…e da che???’Chiudo ancora gli occhi e mi ritrovo nel mio mare a volteggiare come una sirenetta e lì in fondo al mare trà i sassi bianchi e le alghe  volteggio con capriole, mentre i lunghi capelli svolazzano a medusa. Respiro profondamente e mi immergo in picchiata verso il fondo per poi risalire lentamente e dal fondo ammiravo la luce del sole che filtrava e la superficie del mare che picchiettata dalla pioggia battente increspava e rinfrescava l’acqua. La pioggia che osservavo dal fondo dava un senso di grandezza , le gocce che si tuffavano per finire la loro corsa un po’ più giù fino a raggiungermi ed io mi inebriavo a tale vista e per tale sensazioni. . Di tanto in tanto salivo in superficie per far il pieno di aria e nuovamente giù in fondo per godere lo spettacolo più a lungo. Avevo imparato perfino a rimanere più a lungo in apnea con il solo mio respiro che fuoriuscivo lentamente dai polmoni senza sprecarlo,  lo accumulavo in bocca per poi respingerlo ancora trà i polmoni e via a volteggiare. Era bellissimo risalire in superficie quando i polmoni avevano proprio bisogno di puro ossigeno e con le pinne mi spingevo in marcia e via sguizzavo fuori con un salto e la bocca spalancata …mbè a volte mi andava male e di bevute di mare ne ho fatte tantissime.glù glu! Anche da mamma ho abituato i bambini alla pioggia estiva ed erano felici di provare questa emozione…Dio! Quanto si son divertiti mentre io volteggiavo con capriole….mi sentivo parte del mare e riuscivo a percepire i suoi suoni .Il granchio che emette le bollicine pareva di udirlo come un fruscio e l’acqua stessa aveva un suono particolare che arrivava alle mie orecchie come un sordo boato ….Non ho studiato certo sui libri il Paguro, le attinie, (gardellini) le meduse e degli strani animali che se si schiacciavano veniva fuori un liquido rossastro e si dava il nome di inchiostri marini o più comunemente chinne marine per la loro forma ..Ne vedevo tanti in acqua che parevano avessero due piccole ali al posto delle “mani” e si muovevano docili ..Pare che finivano spesso come pietanza nei piatti, ma io non ne ho mai favorito.pur avendone alla portata di mano tantissimi perché facilmente si potevano afferrare con mano e quando c’èra il mare piatto e secco, si trovavano arenati trà i sassi marini. Le attinie di un gardello erano nocive perché bastava toccarle per essere colpite dal loro morso che causavano dolori  bruciori e gonfiori. Per cui me ne restavo a dovuta distanza nonostante ciò erano bellissimi e ammiravo il loro colore bordò oppure chiari, ma con sfumature di vari colori. Era bellissimo rimanere con me stessa nel mare sommersa dalle acque e il fondale era piacevole anche se si trovava di tutto, non c’èrano le siringhe, preservativi, pezzi di motore rubati e borse con documenti e borsellini vuoti. Ho portato dal fondo le cose che mi sembravano strane ed un anno un grande anello di cemento che  abbellì per anni il presepe del mio Natale.come pozzo e a volte come grotta per l’originalità della sua porosità irregolare. Un giorno un luccichio mi attirò sul fondo e senza importanza mi avventurai per afferrarlo,era un orecchino  di oro vero che ho usato come anello. Vorrei arrivare al punto e cioè che di tante cose che si potevano trovare soprattutto vecchie scarpe, ma ciò che mi rode è che una bimbetta di meno di 10 anni che come me si immergeva con passione, ne uscì con una tela disegnata per poi euforica immergersi e portare in superficie una seconda tela…quella bambina era mia nipote e me ne fece dono. Oggi quei quadri adornano una parete della mia casa, ma per non dilungarmi affermo che li ho pescati io anche perché ho vissuto l’entusiasmo del momento e una stizza di rabbia per non essere stata io a pescarli…I ricordo quandi son piacevoli, son sempre a nuotare trà i pensieri ed allora voglio raccontare la meravigliosa avventura che ho vissuto per anni e anni. Il lungomare soppiazzò la spiaggia e quel tratto divenne divieto di balneazione. Tutta la popolazione che, come me ha amato il mare libero, si concentrò in quell’unico tratto di Cala e fù così che i bagnanti erano troppi che agitavano le alghe e l’acqua era sempre torbida. Sulla spiaggia molte capanne costruite con teli e paletti di emergenza, fornellini che cucinavano emanando il profumino che si estendeva per tutta la spiaggia mentre nuvolette di fumo da brace si diffondevano trà la gente e l’odore di frutti marini cotti arrivava dritto nel naso facendo aggrovigliare lo stomaco per il desiderio di gnam gnam. I grandi teloni erano spesso innalzati con divisori ..come fossero stanze e materassi gettati per terra pronti per affrontare la notte. Qualcosa che non ho mai vissuto però son restata spesso fino a notte fonda, a volte a mollo in acqua ma soprattutto era suggestivo osservare il tutto. Le “capanne” lentamente spegnevano le loro luci alimentate a petrolio o con motorini.e i carboni si spegnevano lentamente .Oggi quella spiaggia c’è sempre e nonostante i divieti di balneazione, si bivacca continuamente soprattutto nel mese di Agosto. Le capanne sono state sostituite dai gazebo o tende vere e proprie attrezzate di molti confort. Si dorme ancora in spiaggia, dopo la grigliata e tutta la gente sembra una famiglia allargata. C’è un appuntamento particolare e il 10 Agosto tutti in spiaggia ad aspettare di vedere le stelle cadenti . Ho goduto tante volte di quelle scie e quanti desideri espressi a vuoto perché mai un desiderio che si sia avverato.: vincere una lotteria., ridiventare ragazzina, un principe azzurro che ti avrebbe portato via, niente…NIENTEEEEEEEE Non è vero niente che i desideri si avverano se vedi una stella cadente…cade solo il tuo desiderio . Eccomi in bagno, la fontana del lavello scorre nelle mie mani a congarella  cerco di agguantare tanta più acqua possibile per “tuffarmici dentro il viso e…brrrr e frsccccc che frescura d’un cacchio con questo caldo esce calda dal rubinetto e riesco solo a bagnarmi seppur piacevolmente, ma refrigerio proprio niente. Provo a farmi un altro tuffo trà i ricordi per rivivere quelle dolci sensazioni e…..un respiro profondo e giuuuuuuuuuuu! Con un battito di pinne scendo giù quasi in picchiata e poi risalgo ..poi ridiscendo con una gira e volta a capriola e risalgo ..ridiscendo e …insomma mi son fatta una sguazzata trà i ricordi….I granchi corrono furbi da una pietra sotto l’altra e i pesci a gruppi mi passano davanti indisturbati… iosono nel loro habitat e loro sembrano ricordarmelo. Amo il mare ed ho amato ogni momento che le ho dedicato ..

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